L’attenzione è il nuovo oro

Siamo ormai da tempo abituati ad inseguire una marea di informazioni: dalle più inutili alle più interessanti. Siamo iscritti a centinaia di canali Youtube che propongono di continuo nuovi contenuti, e non appena finito di vedere un video ce ne viene suggerito un altro che stimola subito la nostra curiosità: a volte è qualcosa che magari cercavamo da tempo, altre volte è solo curiosità dettata dal titolo o dalla thumbnail. In altri casi, passiamo addirittura il tempo a vedere un video cercando un’informazione che purtroppo non arriverà mai. Inoltre, nel corso degli anni, i video si sono fatti sempre più lunghi, tanto che molto spesso sembra che Youtube abbia davvero sostituito la televisione.

Non ci fermiamo però qui. Infatti, seguiamo i post di pagine e amici che abbiamo su Facebook, oltre a partecipare attivamente con reazioni e commenti. Stessa cosa su Instagram, dove ci lasciamo catturare dalle foto postate dai nostri amici e dal resto del mondo, senza escludere quando siamo noi a mettere le nostre. Poi c’è Twitter, Pinterest, ecc… Insomma, una marea di social con una miriade di contenuti, a cui sembra sempre più difficile stare dietro, a meno di non passarci la giornata intera, ma probabilmente non basterebbe neanche.

Oltre a tutto ciò, non dobbiamo scordare che internet è anche altro, come: blog e forum da seguire; film e musica in streaming; giochi e tutto ciò che resta di questo incredibile universo dell’internet.

Non possiamo però scordarci anche di tutte quelle attività che facciamo offline, sia a PC come l’utilizzo delle applicazioni più disparate in base alle nostre esigenze, ma anche tutto ciò che fa parte del quotidiano: dal leggere un libro, andare in palestra, uscire, ecc… In più, ci sono poi tutte quelle azioni che compiamo di routine come il mangiare, occuparsi di sé, dormire, ecc… Per non scordare il lavoro che teoricamente ci tiene occupati la maggior parte del tempo.

In tutta questa vastità di interessi sempre crescenti, come potremmo fare fronte a tutto ciò che seguiamo? Qualcuno potrebbe rispondere che si potrebbe eliminare gran parte delle cose inutili, ma se anche ciò che è importante e ci interessa davvero cresce esponenzialmente, come si può fare?

L’intelligenza artificiale ci sta sia dando una mano, sia intrappolando. Di fatti, se da una parte l’A.I. seleziona per noi tra la vastità di informazioni presenti da cui sarebbe impossibile fare una cernita senza passare la vita a fare solo quello data la vastità di dati; dall’altra parte stimola di continuo la nostra curiosità, intrappolando la nostra attenzione, esattamente come fa il nostro cervello con le digressioni dei pensieri. Si parte da un’immagine e poi si passa a tutt’altra cosa, poiché il pensiero precedente ci ha condotto lì senza apparenti motivazioni.

Youtube è l’esempio lampante di questo processo: guardiamo un video e tra i suggeriti ci compaiono subito degli altri potenziali video che potrebbero attrarci. Ed è facile che succeda, poiché ormai su internet è presente di tutto, che sia una cosa stupida o interessante è facile venirne catturati. Ed è proprio il gioco di Youtube costringerci a mantenere l’attenzione su di esso per contribuire a visualizzare sempre più pubblicità, ma fino a che punto potrà crescere il bisogno di attenzione? O il tempo si toglie da altre parti o si rinuncia a seguire ciò che ci attrae. Stesso discorso succede con Amazon con gli acquisti suggeriti, con Spotify per le canzoni e anche un po’ con Netflix.

Badate bene che questo concetto non è detto che si applichi solo a Youtube o ai social in generale, poiché se mettiamo il caso di essere appassionati di libri e vediamo su internet una miriade di titoli che ci interessano che in una biblioteca normale non avremmo mai visto, la curiosità ci spingerebbe a leggerne il più possibile. Come potremmo però fare? O si aumentano le proprie capacità di lettura, o si rinuncia a gran parte dei propri interessi, o di nuovo bisognerebbe togliere tempo ad altre attività.

Sembra quasi di vivere a Tranquility Lane, un’avventura del gioco Fallout 4 in cui il protagonista finisce in un mondo virtuale dove tutto sembra felice, ma ben presto si scopre che è peggio della realtà post-nucleare da cui è venuto. E quel luogo serve solo a tenerlo intrappolato in quella finta realtà.

La questione è quindi questa: la società si ristrutturerà per dare più spazio agli interessi, oppure si continuerà così e si adotteranno altri metodi per stare dietro a tutto? Anche le società a caccia di attenzione dovranno trovare una risposta. Saremo forse noi a diventare più abili a filtrare cosa ci interessa e/o a comprendere sempre più velocemente le cose? Oppure ci aiuterà la tecnologia e impareremo nuove cose come in Matrix, caricando un semplice programma nel cervello che in pochi secondi ci regalerà la conoscenza di quel determinato argomento? Difficile dare un’unica risposta.

C’è però da dire che non tutta l’attenzione rubata porta a risvolti positivi. Se per un’azienda catturare l’attenzione per fini pubblicitari ci porta a leggere nuovi libri, vedere nuove conferenze, seguire nuovi corsi, conoscere nuovi film o canzoni, ha per noi una conseguenza positiva. Quando l’attenzione rubata non porta a nulla, come ad una sorta di ipnosi, senza contribuire a dare un valore aggiunto, gli effetti possono però essere sconvolgenti.

Se pensiamo infatti a TikTok, il social più in voga al momento, capiamo subito la differenza coi i suoi compari. Se con i precedenti l’importanza era basata sui contenuti per attirare la gente, e quindi il rubare l’attenzione non è fine a sé stessa; con quest’ultimo, il tutto è esclusivamente orientato a catturare l’attenzione senza dare importanza ai contenuti. Infatti i video su TikTok sono spesso brevi, basati su doppiaggi improvvisati, gag e balli; il cui solo scopo e tenerci sulla piattaforma.

Qualcuno potrebbe paragonarlo ad una droga, la cui disponibilità è illimitata e gratuita, fruibile facilmente e disponibile legalmente anche se non si è ancora maggiorenni.

Inoltre, a differenza degli altri social, su TikTok non è necessaria la registrazione, quindi tutti possono accedervi anche se poco convinti di farne parte, ma non per questo meno soggetti a coinvolgimento. Il suo pubblico è poi molto giovane (tra i 13 e 16 anni), fascia d’età molto più soggetta ad essere catturata dai suoi video che richiedono anche un basso livello di sforzo cognitivo per comprenderli, contribuendo allo stato di passività del cervello.

In un futuro non troppo lontano, si potrebbero però integrare anche le informazioni fornite dai giroscopi, accelerometri, le fotocamere e le gesture sui telefoni per ottimizzare meglio l’algoritmo dell’Intelligenza Artificiale dell’applicazione al fine di riuscire a catturare ancora meglio l’attenzione nel momento in cui essa tenda a venire meno.

Ma in definitiva cosa possiamo fare oggi?

Prima di tutto cercare di essere più consapevoli di quello che stiamo facendo. Dovremmo provare a scindere ciò che sono i contenuti di solo svago da quelli davvero utili, per focalizzarci di più su quelli che sono per noi prioritari, lasciando quelli evitabili solo se abbiamo tempo da dedicargli; o per lo meno ridurli in base al tempo a nostra disposizione. Se è utile, può convenire darsi anche delle tempistiche rigide su quanti contenuti guardare durante la settimana. Questo ovviamente, vale anche per tutte le altre attività che non siano i social. Quindi la prima mossa utile per risparmiare tempo risiede nella sua ottimizzazione.

Un altro elemento che può aiutarci a risparmiare tempo risiede sicuramente nell’automatizzazione. Quanti processi al giorno d’oggi possiamo automatizzare così da avere tempo per fare altro? Che sia programmare la lavatrice, al fare un bonifico da PC invece che in banca o programmare un post di Facebook, sono sempre di più le attività che possono funzionare senza il nostro intervento diretto o che si possono svolgere in modo semi-automatico, ossia con un nostro minimo contributo.

Non scordiamoci però che molte delle cose che seguiamo sono davvero inutili e frutto della sola curiosità. Quanti video inutili potremmo evitare di vedere se sapessimo riconoscere in anticipo che sono clickbait, o che non ci arricchiscono minimamente? Così come altre numerose attività che ci fanno solo perdere tempo. Dobbiamo diventare bravi a dire no a ciò che non ci porta da nessuna parte. È quindi importante eliminare il superfluo.

Un altro aspetto sicuramente interessante per risparmiare tempo è sicuramente quello di delegare le attività. Se non abbiamo tempo di comprare qualcosa potremmo ordinarlo, se non abbiamo tempo di realizzare un lavoro potremmo commissionarlo, ottenendo magari un risultato addirittura migliore.

Ci sono però alcune attività che possiamo anche svolgere in contemporanea ad altre senza sacrificare troppo l’attenzione, come ad esempio ascoltare musica mentre si fa palestra, o leggere un ebook mentre si è in sala d’attesa, ecc…

Infine come ultima strategia si potrebbero condensare diverse attività in una singola che però ne incorpora la maggior parte. Per esempio, se dovessimo leggere tanti libri che parlano in specifico di diversi aspetti di un medesimo argomento, è meglio cercare un libro che ne magari affronti tutti gli aspetti più importanti in un unico testo. Sacrificheremo all’inizio molti approfondimenti, ma però avremo già subito un’idea globale dell’argomento. Cosicché successivamente se avremo più tempo potremo eventualmente approfondire. E tutto questo potremmo applicarlo a diversi aspetti della routine quotidiana, come ad esempio fare una sola lavastoviglie alla sera invece che due volte al giorno.

Non sappiamo come le cose evolveranno, quindi per ora possiamo solo sfruttare quello che sappiamo ed usarlo nel migliore dei modi.