La tecnologia ci riporta ai bisogni essenziali

Spesso si tende a confondere i due termini e a considerarli la stessa cosa, ma in realtà non si tratta di sinonimi: sto parlando della differenza tra smart city e sustainable city.

Elementi di una smart city
Elementi essenziali di una smart city: amministrazione, ambiente, vita, società e mobilità.

Negli ultimi anni, l’internet delle cose (IoT), l’evoluzione degli smartphone e il conseguente sviluppo intensivo di app per i più disparati utilizzi, hanno contribuito all’intensificarsi di prodotti smart che, sempre più connessi alla rete, e gestibili tramite telefono con apposite app, hanno intensificato lo sviluppo di dispositivi interconnessi, anche laddove non vi era una struttura predisposta alla domotica.

Si è passati dalle gestione remota di piccoli dispositivi come lampadine, prese, sensori, ecc… Per poi orientarsi a quelli più grandi come climatizzatori, lavatrici, frigoriferi, ecc… Fino ad arrivare addirittura ai gabinetti smart.

L’evoluzione smart non si è però confinata all’interno delle nostre case, poiché anche fuori, tali dispositivi, ad esempio quelli per la sicurezza, si sono capillarmente espansi: si pensi a tutti quelli che vanno dall’analisi del traffico, rilevamento di incendi, della qualità dell’aria, ai sistemi di riconoscimento facciale, ecc…

Assieme a tutto ciò, si anche iniziato ad integrare una gestione più efficiente delle risorse energetiche attraverso l’utilizzo non solo di energie rinnovabili e sistemi di contenimento energetico, ma anche tramite il riutilizzo di prodotti di scarto come i rifiuti come nuova risorsa, al fine di creare sempre di più un utilizzo circolare delle risorse disponibili.

Oltre questi aspetti evidenti, una smart city deve anche essere popolata da cittadini smart, che siano consapevoli e in grado di gestire le risorse in modo intelligente. Il tutto assieme ad un’amministrazione del territorio che abbia una centralità, sia a livello di accessibilità e allo scambio dei dati veicolato da un medesimo eco-sistema, ma anche attraverso la collaborazione degli individui.

Aspetti cruciali come la salute, cultura, educazione e sicurezza, devono essere garantiti al cittadino, allo scopo di garantirgli benessere e comodità, se si vuole puntare a raggiungere anche il concetto di smart living.

Assieme a tutto il resto, per raggiungere un efficienza energetica e sempre più un basso impatto ambientale, non può mancare una gestione smart anche della mobilità: intensificando il trasporto pubblico, incentivando l’e-mobility (ad esempio con l’uso di auto elettriche) e la sharing mobility (come il car sharing).

Quindi una smart city può anche essere sostenibile, ma non è il suo principale obiettivo, poiché il suo scopo è incentrato sulla gestione tecnologica degli aspetti più cruciali della città come: trasporti, sicurezza, infrastrutture, servizi, ecc…

Sustainable city
Sustainable City, Dubai

Una città sostenibile invece, punta di più ad una migliore qualità della vita, ottenibile attraverso un’ottimizzazione delle risorse, all’attenzione all’ambiente, alla riduzione degli sprechi, puntando alla circolarità in modo più massiccio. In questo senso, molti degli strumenti utilizzati dalle smart city servono allo scopo di una città sostenibile (trasporti, efficienza energetica, ecc…), ma gli obiettivi sono differenti e molto più green.

Può sembrare una contraddizione, ma una città sostenibile risiede proprio nella patria del petrolio. Dubai, non è solo la città più tecnologica e avanzata al mondo, ma anche la più ecologica. Ed è proprio nella periferia di Dubai che si trova Sustainable City (la città sostenibile), la quale non si basa solo su pannelli solari e riciclaggio dei rifiuti, ma proprio su un nuovo modo di vivere.

È composta da 500 villette e 89 appartamenti disposti in modo ordinato e circondati da una pista equestre, una pista ciclabile, e una per correre. Assieme ad alberi alti 10 metri, posti allo scopo di purificare l’aria. All’interno del perimetro vi sono poi dei parcheggi coperti per auto elettriche con stazioni di ricarica, posizionati in maniera da obbligare i residenti a camminare almeno un po’ dentro la città per raggiungere le abitazioni.

I parcheggi coperti alimentano l’illuminazione urbana, le stazioni di ricarica, il sistema di gestione delle acque grigie, e la gestione del verde senza costi aggiuntivi.

Tutte le abitazioni sono orientate a nord per cercare di evitare il più possibile l’impatto del sole. Inoltre, sono rivestite di una speciale vernice riflettente che mantiene la temperatura interna delle case. Ciò si riduce il continuo stress ad opera dei condizionatori, e quindi anche la richiesta di corrente.

Le villette sono anche dotate di dispositivi e sanitari per il risparmio dell’acqua come: rubinetti con riduttori di flusso, così come per i soffioni delle docce, assieme a lavastoviglie e lavatrici a basso consumo d’acqua.

Ogni abitazione possiede un sistema di gestione delle acque reflue che le suddivide in grigie e nere.

Le acque grigie che provengono dagli scarichi dei lavandini, docce e lavatrici, vengono filtrate da dei purificatori posizionati sottoterra e poi convogliate all’interno di due laghi dove vengono successivamente utilizzate per irrigare e raffreddare l’aria nelle serre. Sulle sponde dei canali artificiali, vi sono poi piantagioni di papiri, utili poiché in grado di migliorare il filtraggio dell’acqua.

La frutta e gli ortaggi vengono piantati per sei mesi fuori e per sei mesi dentro le serre, le quali vengono raffreddate da delle ventole che buttano l’aria all’esterno. Anche queste ventole vengono alimentate dai pannelli solari e l’aria in entrata passa attraverso dei pannelli che sono costantemente mantenuti umidi dalla acque grigie precedentemente purificate, prima che l’aria entri all’interno delle serre. Questa procedura riesce ad abbassare la temperatura fino a 15° C.

Punti chiave della sostenibilità
Punti chiave per la sostenibilità

Questo è quindi il panorama attuale, ma sempre in costante evoluzione. Stiamo passando attraverso le smart city per addentrarci probabilmente in un futuro sempre più sostenibile dove il concetto di circolarità farà da padrone. Un concetto che abbiamo escluso per anni, vivendo con una concezione da anello aperto, senza preoccuparci delle conseguenze delle nostre azioni. Il modello sostenibile invece punta ad unire la conseguenza con la causa, in un mondo dove tutti hanno accesso alle risorse primarie, in cui ci sono meno sprechi, meno smania del consumo, e tutto è più orientato al benessere, e forse dove tutti sono un po’ più felici.