Come la tecnologia sta raggiungendo la nostra mente
La nostra mente è sempre stata un mistero, ma la ricerca di nuovi dispositivi in grado di leggere i segnali del cervello, ci sta fornendo sempre di più nuovi prodotti che potrebbero aiutarci a conoscere meglio le malattie, ma potrebbero anche essere più spaventosi quando sono in grado di leggere veramente i nostri pensieri.
La startup Kernel ha passato 5 anni a sviluppare caschi per la lettura della mente che funzionano bene come le macchine più costose che si trovano nelle cliniche mediche e nei centri di ricerca, ma più economici, più piccoli e con alcuni vantaggi supplementari.
L’azienda spera saranno sviluppati trattamenti rivoluzionari per le malattie neurologiche, i disturbi mentali e persino l’invecchiamento stesso.
Anche se abbiamo già macchine che ci possono dare indizi su aspetti specifici del cervello: le risonanze magnetiche ci permettono di vedere il tessuto cerebrale, le MRA rivelano il flusso sanguigno, ecc. Queste macchine sono in genere grandi, costose e richiedono esperienza per funzionare. Inoltre, di solito necessitano che i pazienti siano immobili durante i test, il che ne limita l’uso.
Gli impianti cerebrali superano il problema della mobilità, ma quelli in genere forniscono dati solo su una parte del cervello e richiedono anche un intervento chirurgico, mettendo i pazienti a rischio di infezione, in più si degradano nel tempo.
L’obiettivo di Kernel è stato quello di ridurre sia le dimensioni che il costo dei dispositivi di lettura del cervello, ed è ora pronta ad iniziare a distribuire i suoi primi 2 prodotti: Flow e Flux nelle mani dei ricercatori.
Kernel Flow è un casco che misura in tempo reale i cambiamenti nei livelli di ossigeno nel sangue del cervello. La stessa tecnologia di base, TD-fNIRS (Time-Domain Functional Near-Infrared Spectroscopy), è stata precedentemente utilizzata per studiare l’invecchiamento, PTSD, dolore e altro.
Kernel Flux, al contempo, è un casco che misura l’attività elettromagnetica. La tecnologia che lo supporta, MEG (magnetoencefalografia), è stata utilizzata in studi sul morbo di Parkinson, droghe psichedeliche e epilessia.
I dispositivi possono registrare l’attività cerebrale anche mentre una persona parla o si muove, proprio come gli impianti, ma non sono limitati a una singola parte del cervello, possono registrare l’attività nell’ intero organo.
Kernel inizierà a spedire i caschi Flow a dozzine di clienti con accesso anticipato, tra cui la Harvard Medical School, l’Università del Texas e l’Institute for Advanced Consciousness Studies, entro il mese.
Per quanto concerne l’uso che i ricercatori hanno intenzione di fare con i caschi che leggono la mente, alla Boston University useranno i loro dispositivi per studiare il cervello di persone con disturbi neurologici, come il morbo di Parkinson.
Hanno anche intenzione di legare i caschi sulla testa dei sopravvissuti ad ictus e guardare la loro attività cerebrale mentre imparano di nuovo a camminare e parlare. In precedenza, questo tipo di attività è stato registrato solo prima e dopo mesi di terapia, non durante il processo.
La startup canadese Cybin, nel frattempo, ha sponsorizzato uno studio che userà i caschi Flow per vedere cosa succede nel cervello quando le persone si fanno di droghe psichedeliche. Spera così di usare ciò che si scoprirà per sviluppare trattamenti per la salute mentale basati sulle sostanze psichedeliche.
Alla fine del 2021, tutti i prototipi dei caschi saranno sostituiti da modelli in produzione. L’effetto immediato per la Kernel potrà essere quello di aumentare drasticamente l’accesso ai dati del cervello da parte dei ricercatori, ma questo non è il suo obiettivo finale.
La startup spera di vendere i caschi che leggono la mente a circa il prezzo di uno smartphone entro il 2030. A quel punto, il consumatore medio potrebbe usare i dispositivi per monitorare la propria salute mentale nello stesso modo in cui le persone usano altri wearable per monitorare la loro salute fisica oggigiorno.
Tuttavia, la ricerca in questo campo non è solo esclusivamente orientata alla medicina, ma può essere finalizzata a diverse applicazioni, soprattutto quando si tratta di leggere i pensieri, come in usi commerciali tra cui il neuromarketing o il neurogaming per esempio.
I nostri pensieri sono la nostra isola segreta dove si trovano le nostre vergogne, paure, dolori, sogni, ecc. E ci rendono ciò che siamo, proprio perché sono solo nostri. Per cui, quando vengono violati per prevedere le nostre scelte, le nostre mosse, o peggio per manipolarci; cosa rimane di noi stessi? La lettura del pensiero può avere anche scopi forensi o militari. Basti pensare a una più affidabile macchina della verità o alla previsione delle mosse o strategie dei nemici. Possono essere utili, ma i rischi di un uso improprio sono alti anche se potrebbero aiutare le persone a comunicare, soprattutto quando sono in stato di incoscienza. Tuttavia, possono violare il nostro diritto al silenzio con l’aggravante che potremmo non essere in grado di proteggere la nostra privacy più intima, ma neanche dati sensibili come PIN, dati bancari o informazioni sulla posizione. Per non parlare di tutte le implicazioni politiche come la previsione dei voti e la loro manipolazione.
Queste BCI (Brain Computer Interface [interfaccia cervello computer]) stanno già raggiungendo il mercato entry-level, e alcune come NextMind sono realtà. Con questo dispositivo, è possibile digitare un PIN, controllare altri dispositivi (come TV o lampade), giocare o fare musica. Solo con l’uso della mente.
Cosa succederà quando questi dispositivi saranno usati per hackerare il nostro cervello?
Fonte freethink.com