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Tecnologia e relazioni

Come ci relazioniamo con gli altri quando ci nascondiamo dietro uno schermo

Molte persone si sentono sole per diversi motivi. Alcuni hanno difficoltà a relazionarsi con gli altri, altri vivono in un luogo isolato o hanno interessi specifici che è difficile condividere con qualcun altro. In ogni caso, soprattutto per queste persone, la tecnologia sembra aver aiutato a cercare di sfuggire da queste situazioni difficili. Prima che i social media si evolvessero nel modo in cui li conosciamo oggi o prima della loro esistenza, usare internet per stabilire relazioni era piuttosto difficile, soprattutto per i non esperti. Oggi i social media sono utilizzati da chiunque, di qualsiasi età, e non tutti li usano perché si sentono soli, ma per molti è l’opportunità di essere al centro dell’attenzione.

Tuttavia, le persone su Internet non usano esclusivamente i social media per comunicare i loro sentimenti, ma a volte preferiscono i siti dove si esprimono confessioni personali, dove possono scrivere in modo più anonimo e sentirsi più liberi di dire cose più private o segreti. Su questi siti, gli utenti non sono tenuti a rispondere per forza, possono ignorarvi o essere gentili, ma può anche capitare che qualcuno risponda duramente.

Ciononostante, abbiamo bisogno di esprimere i nostri pensieri al mondo, sperando in una buona risposta o in un conforto da parte di uno sconosciuto, perché sembra più facile e meno imbarazzante parlare di segreti e cose private con una persona sconosciuta, soprattutto se siamo anche anonimi. Questa è la differenza principale con i social media, dove siamo dietro uno schermo, ma amici e parenti ci conoscono e in genere usiamo il nostro nome e la nostra foto.

Un tempo le confessioni erano una prerogativa della famiglia o delle amicizie, ma avvengono in uno spazio in cui parlare implica una negoziazione. Pertanto, possiamo supporre che alcune conversazioni non sarebbero mai avvenute se non su Internet.

Parlare con un parente o con un amico può suscitare disapprovazione, anche se è difficile da accettare, ma fa parte della relazione. Significa che qualcuno tiene a voi o forse no. È un rischio, ma può portare a una relazione più solida quando sappiamo che qualcuno ci conforta, soprattutto per un problema serio. Tuttavia, anche quando riceviamo delle critiche possiamo imparare qualcosa. A volte impariamo che siamo noi a sbagliare qualcosa o che la persona con cui stiamo parlando non è poi così affidabile, ma nella conversazione online, tutta questa complessità non si verifica.

Ormai stiamo entrando in un’era in cui i chatbot si stanno evolvendo rapidamente e conversare con loro può apparire come conversare con un estraneo su Internet.

E mentre alcuni leggono i siti in cui si fanno confessioni personali semplicemente per curiosità, altri trovano conforto nell’apprendere che delle persone hanno i loro stessi problemi. Tuttavia, condividere i problemi con un bot è percepito come meno vergognoso che con un estraneo, dato che è comunque una persona che potrebbe reagire duramente. Quindi, se è più facile confessare, è anche più facile essere aggressivi. Le persone possono sentirsi soddisfatte per aver tirato fuori questi sentimenti, ma possono essere più vulnerabili in nuovi modi. Anche se sperano di essere ripagati nell’intimità per questa confessione segreta, ma la crudeltà può trovare libero sfogo perché chi attacca, sgancia facilmente le parole dalla persona e la sua frustrazione trova un terreno fertile.

In questo scenario, siamo menti senza corpo che si sentono libere di dire qualsiasi cosa, senza una morale, in positivo e in negativo.

Naturalmente, le reazioni estreme possono verificarsi anche tra persone nella vita reale, ma su Internet non c’è limite e le persone sperano che parlare online possa aiutarle a non avere bisogno di parlare con qualcuno di persona.

Tuttavia, quando sappiamo che stiamo conversando con un bot, facciamo un passo avanti perché sappiamo che non può rispondere in modo crudele, quindi possiamo sentirci completamente liberi di dire qualsiasi cosa, anche la più sgradevole. Tuttavia, anche il chatbot più accurato può rispondere ai nostri problemi solo razionalmente e non emotivamente. Non possiamo stabilire un vero rapporto con lui, ma solo trovare buone risposte, il che è positivo ma è un’altra cosa.

Cercare di trovare sollievo solo con questa soluzione ci porta a rinunciare alle nostre risorse emotive per costruire relazioni con gli altri perché ci sentiamo soddisfatti da un surrogato digitale che dovrebbe essere un’integrazione piuttosto che la soluzione principale.

Questo comportamento può impedirci di intraprendere azioni positive perché sentiamo di aver già fatto “qualcosa” mentre abbiamo bisogno di altro per non sentirci distaccati dagli altri.

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Dan Brokenhouse

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