Lo spirito più sfacciato del folklore giapponese
Parlando di folklore giapponese, poche creature sono tanto bizzarre o stranamente affascinanti quanto lo Shirime. Questo peculiare yokai (una classe di esseri soprannaturali e spiriti nella tradizione giapponese) non è ricordato per poteri temibili o storie tragiche, ma per una semplice e surreale anomalia anatomica: ha un grande occhio luminoso dove dovrebbe trovarsi il suo ano. Il nome stesso “Shirime” si traduce direttamente come “occhio del sedere” o “occhio del deretano”, non lasciando alcun dubbio sulla caratteristica più distintiva della creatura.
Un incontro al chiaro di luna con uno straniero
La leggenda dello Shirime risale al periodo Edo ed è più famosamente riportata dal rinomato poeta e pittore Yosa Buson (1716-1784). Nel racconto, un samurai solitario percorre la strada per Kyoto di notte quando un uomo misterioso lo chiama, chiedendogli un momento del suo tempo. Mentre il samurai si gira verso di lui, lo sconosciuto improvvisamente si piega, si abbassa il kimono e allarga ampiamente le natiche—rivelando un unico, grande occhio luminoso dove dovrebbe trovarsi il suo ano, che fissa direttamente il samurai inorridito. Scioccato e terrorizzato da questo “osservatore posteriore”, il samurai fugge nella notte.
A differenza di molti yokai che fa del male attivamente gli umani, lo Shirime non è noto per maledire o ferire le persone. Il suo obiettivo sembra puramente quello di spaventare e mettere a disagio—e forse divertire. È uno spirito di sorpresa piuttosto che di malizia, che incarna gli incontri inaspettati che potrebbero capitare ai viaggiatori su strade solitarie dopo il tramonto.
Il significato dietro la follia
Anche se potrebbe sembrare niente più di un volgare scherzo, lo Shirime può anche essere interpretato come una forma di satira culturale. Durante il periodo Edo (1603-1868), artisti e scrittori giapponesi spesso usavano gli yokai per riflettere tensioni sociali, ansie, o persino per sfidare le norme attraverso l’assurdità. Lo Shirime, con il suo occhio posizionato sul posteriore, potrebbe essere stato un atto umoristico allo stoicismo dei samurai o una manifestazione delle paure associate ai viaggi in epoca pre-moderna, quando le strade erano pericolose e gli incontri con sconosciuti potenzialmente minacciosi.
La caratteristica distintiva della creatura—un occhio dove dovrebbe esserci un ano—si collega anche a temi più ampi nel folklore degli yokai riguardanti la trasformazione corporea e ciò che è inquietante. Molti spiriti giapponesi presentano parti del corpo spostate o anomalie fisiche che sfidano la nostra comprensione di come dovrebbero apparire i corpi, sebbene pochi siano sfacciati quanto l’occhio posteriore dello Shirime.
Shirime nella cultura pop
Sebbene non sia riconosciuto a livello internazionale come yokai quali il Kappa o il Kitsune, lo Shirime ha mantenuto una certa presenza nei moderni media giapponesi. Appare in enciclopedie di yokai, antologie manga e occasionalmente in serie anime che presentano elementi del folklore tradizionale. È stato incluso nelle influenti opere sugli yokai di Shigeru Mizuki e nei musei dedicati al folklore soprannaturale giapponese, solitamente raffigurato con un misto di orrore e umorismo che rimane fedele alle sue origini.
Lo Shirime esemplifica perfettamente anche la tradizione bakemono (mostro) che ha influenzato la successiva estetica dell’orrore giapponese, dove l’inquietante e l’assurdo spesso si intrecciano.
Perché parliamo ancora dello Shirime
Nel vasto pantheon degli yokai, lo Shirime si distingue come un promemoria della diversità creativa del folklore giapponese. Mescola l’inquietante con il comico, e il tradizionale con l’inaspettato. A differenza di molte creature mitologiche che evocano paura o reverenza, lo Shirime—con il suo indimenticabile occhio anale—ci invita a ridere, a sorprenderci e a riconoscere che anche il folklore ha spazio per il deliziosamente strano e anatomicamente impossibile.
Lo Shirime serve anche come eccellente punto d’ingresso per comprendere come le storie di yokai funzionano nella cultura giapponese, non semplicemente come storie spaventose, ma come espressioni culturali complesse che possono spaziare dal terrificante al comico, spesso fungendo da riflessione sul comportamento umano o sulle condizioni sociali. L’occhio nel posteriore dello Shirime cattura certamente l’attenzione in un modo in cui pochi altri elementi folkloristici possono farlo.
Che tu lo veda come un simbolo di umorismo, una stranezza artistica, o semplicemente una buona storia da raccontare in una notte spaventosa, lo Shirime si è guadagnato il suo posto come uno degli yokai più indimenticabili del Giappone, dimostrando che a volte i mostri più memorabili sono quelli che ci colgono completamente di sorpresa.